Maratona classica: Beethoven, Debussy, M. Abbado
Catherine Spaak |
|
di Ettore Napoli
Il tradizionale trittico classico proposto questa volta da MiTo ha messo in fila tre appuntamenti ognuno dei quali con un suo motivo di interesse: il virtuosismo di Olli Mustonen (impegnato anche come direttore); la voce di Catherine Spaak; un omaggio a Marcello Abbado nella doppia veste di solista e compositore. Per l’esibizione sua e dell’Orchestra di Padova e del Veneto Mustonen ha scelto una pagina di rara esecuzione -I quattro temperamenti per pianoforte e orchestra d’archi di Hindemith- e un’altra del grande repertorio come il Concerto n. 3 di Beethoven. Dell’esecuzione della prima non c’è nulla da dire, sia per la direzione che per la parte solistica; in particolare, in quest’ultima Mustonen ha fatto sfoggio di quella tecnica strabiliante che gli ha consentito di imporsi a livello internazionale. Qualche riserva, invece, si potrebbe avanzare per il Concerto beethoveniano, affrontato con un piglio a volte troppo deciso; se la nettezza di certe sonorità ben si è adattato alla scrittura di Hindemith, per Beethoven forse era lecito attendersi una ricerca più raffinata, un gioco di chiaroscuri più accorta, specialmente nel tempo lento. Il pezzo forte della Soirée parisienne dedicata a Debussy e articolata in quattro momenti era l’ultimo, con le rare e splendide Chansons de Bilitis affidate alla voce recitante di Catherine Spaak; al suo fianco Massimo Mercelli e Fulvio Fiorio (flauti), Patrizia Tassini e Nicoletta Sanzin (arpe) e Andrea Ambrosini (celesta). Pettinatura semplice, vestito lungo sobrio, fisico asciutto, Catherine Spaak ha incantato il pubblico per lo charme e la morbidezza della voce con la quale ha letto le dodici liriche di Pierre Louÿs; come bis ha proposto, in italiano, una lirica di Charles Baudelaire. Degli altri tre brani di Debussy, due sono stati eseguiti alla perfezione: Arabesque per due arpe (Tassini e Sanzin) e Sirynx per flauto solo (Mercelli). Un po’ deludente invece è stata l’esecuzione della Sonata per flauto, viola e arpa; sia per la concertazione, che è apparsa non sempre curata, sia per l’asprezza del timbro della viola di Massimo Paris. La maratona si è chiusa con l’esecuzione di quattro lavori di Marcello Abbado, uno dei quali in prima assoluta (Sinfonia degli arrivi); l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali è stata diretta da Vittorio Parisi.
Prima Fila inserita il 15-09-2009. articolo originale disponibile qui
20/12/2008 :: 16:52:58 :: Questo articolo è stato stampato dal Portale ilQuaderno.it ed è disponibile al seguente indirizzo Benevento, applausi per le musiche di Morricone: il Premio Oscar sorprende il pubblico
Nostro servizio - “Ennio Morricone incontra l’Unicef”. L’atteso concerto del Premio Oscar ha concluso ieri sera il SanniOpera Festival 2008, stagione musicale dell’associazione “Eufoniarché” di Benevento. Qualche minuto di attesa ha preceduto l’inizio della serata musicale. Il silenzio nel teatro comunale è calato quando Morricone è salito sul palco per salutare il pubblico. Ha subito spiegato ai presenti cosa li attendeva utilizzando una semplice frase: “Questa sera Morricone non è del cinema! Voglio regalarvi una musica non condizionata o distratta dalle immagini. I brani hanno solo l’idea”.
Insomma tutta musica assoluta composta dal Premio Oscar in diverse fasi della sua vita e che, in parte, ha fatto trasparire un velo di delusione sui volti del pubblico presente. Ragazzi, giovani, adulti, anziani, appassionati di musica e non, quasi tutti accorsi in teatro sperando di ascoltare i classici brani da film che hanno segnato Morricone nella storia italiana e internazionale, e che poi si sono ritrovati a prestare ugualmente la loro attenzione alle musiche inedite in programma. “Musica Assoluta”, ossia brani composti non per il cinema, né per la radio, né per il teatro ma nati perché voluti spontaneamente.
Ad aprire il concerto è stato “Frammenti di giochi”, duo per arpa e violoncello, rispettivamente suonati da Nicoletta Sanzin e Kyung Kyung Mi Lee. In questo brano il compositore ha voluto che i ruoli degli strumenti si invertissero e nello specifico che l’arpa non arpeggiasse e che il violoncello pizzicasse così da regalare un effetto percussionistico. “2 TT X 4” ha visto sul palco Ida Febbraio al flauto, Paolo Marchettini al clarinetto in Sib, Angelo Cicillini al violino e Sergio Fanelli alla viola, diretti da Francesco Lanzillotta. Musiche per duo che partono da sole e che pian piano, durante l’esecuzione del brano, si intersecano in perfetta sincronia creando un effetto da quartetto.
Antonello Maio ha presentato, invece, “Rag in frantumi” per pianoforte solo, composto da Morricone sulla storia fantastica di un pianista che ha trascorso la sua vita a suonare in un club notturno. A dirigere il quarto brano del concerto è stato Gabriele Bonolis, direttore artistico di “Eufoniarché” e docente della classe di Musica da Camera presso il Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento. Si è trattato di un trio di archi formato da violino, viola e violoncello, uniti dalla velocità e dalla dinamicità da cui è scaturito il nome della composizione: “Vivo”. L’assolo per violino “Elegia per Egisto” è un brano composto in ricordo di un amico compositore scomparso.
Con questo pezzo il maestro ha provato a raccontarne il carattere. L’ensemble per “Geometrie ricercate” ha visto protagonisti un flauto, un clarinetto, un fagotto, suonato da Luciano Corona – presidente dell’associazione musicale – percussioni con Domenico Monda, una viola, un violoncello e un contrabbasso con Giuseppe Ciullo. La direzione del pezzo anche questa volta è stata curata da Francesco Lanzillotta. Il settimo e ultimo brano presentato è stato “Per i bambini morti di mafia”. Una composizione in cui non c’è stata melodia ma timbri, ritmo, scatti, tagli della forma che hanno rimandato a situazioni astratte.
Insomma una “scultura di suoni” composta da 6 strumenti (flauto, clarinetto, percussione, viola, violino e violoncello) accompagnata dal soprano Daniela Del Monaco, dal baritono Davide Rocca e dalle voci recitanti degli attori Jonis Bascir e Tiziana Foschi. A dirigere è stato Gabriele Bonolis. L’incontro con il compositore è terminato con momenti di forte emozione per lo stesso che, nel ricordare le tante giovani vittime della mafia è stato grato all’Unicef per l’opportunità di esprimersi che gli è stata data. E’ stata Carmen Maffeo, presidente Unicef – sezione di Benevento, a ricambiare i ringraziamenti a Morricone per aver “recuperato con la musica quel vincolo cosmico che unisce l’uomo al mondo”. L’iniziativa “Ennio Morricone incontra l’Unicef” è stata inserita nella manifestazione “Natale Azzurro 2008” che oggi si conclude. Rosaria De Bellis
Mittelfest MESSAGGERO VENETO estratto da Pag. 1 del 26 LUG 1999 (articolo originale) Quel Joyce così musicale ... Voci e strumenti per un bellissimo omaggio al grande scrittore
CIVIDALE - È stato coronato da successo l'omaggio a James Joyce tributatogli dal Mittelfest nell'auditorium di San Francesco. A dare vita alla serata, tutta su testi dello scrittore, è stato un cast di tutto rispetto, formato da musicisti preparati e musicalissimi quali il mezzosoprano Annette Jahns, interprete sensibile, presente ed espressiva, il pianista Michael Ludicke, dotato di senso della forma e del frasegio, il clarinettista Nicola Bulfone, intonato, eccellente sul piano tecnico e ricco di comunicativa, l'arpista Nicoletta Sanzin, abilissima nel controllo dinamico delle sonorità ed eccellente in quello idiomatico delle risorse timbricocoloristiche del suo strumento e il violoncellista Igor Mitrovic, virtuoso di cavata profonda ed espressiva, del tutto a suo agio con i linguaggi d'oggi. La regia sonora è stata curata da Carlo de Incontrea. direttore artistico del Mittelfest. In apertura è stato eseguito un brano prezioso e raro (riscoperto da uno studioso dell'università di Miami, il professor Zack Bowen), il «Bid adieu» per canto e piano, composto dallo stesso Joyce, nell'adattamento di Edmund Pendleton. Sono state poi proposte con affiatamento e piacevole scorrevolezza dal duo «Ventun liriche» dalle «Trentasei di chamber music» di Joyce nella veste sonora offertane da Geoffrey Molyneux Paimer. Quindi è stato ripropsto, fonoriprodotto, il trascinante «Thema», scritto nel 1959 da Luciano Berio per nastro magnetico e voce recitante (quella splendida e timbricamente duttile della moglie Cathy Berberian) su testo deil'«Ulisse» di Joyce in tre lingue diverse (italiano, inglese e francese, una delle quali comprensibile, quella materna, nei suoi nessi semantici dall'ascoltatore, con le altre due a fungere da complementi musicali) e in polifonia con la voce riprodotta su se stessa due volte a realizzare una pluridimensione impossibile per la parola. Ripreso il concerto dal vivo, il duo voce e pianoforte, lo strumento questa volta usato come idiofono, in funzione meramente percussiva e senza l'uso della tastiera, ha reso bene l'originalissimo brano «The wonderful widow of Eighteen springs» di John Cage da «Finnegan's wake» e quindi fatto apprezzare ulteriori tre liriche da «Chamber music» (il testo per la sua musicalità e valenza d'espressione fu musicato da ben centocinquanta compositori) nella versione trascinante che ne diede Karol Szymanowsky. L'insieme di canto, clarinetto, arpa e violoncello ha offerto quindi un'intensa e suggestiva lettura di tre liriche composte da Luciano Berio sui versi di «String in the earth and air», «All day I hear» e «Winds of may» da «Chamber music». Il riuscito concerto è stato suggellato da «A flower given to my daughter» e «Tutto è sciolto» da «Poemes Penyeach», liriche che Carlo de Incontrera ha ricreato in un linguaggio allusivo e fantasmagorico, ricco di iridescenze sonore, in una dimensione dinamica ai limiti del silenzio. Voce, pianoforte e gli strumenti (eccellente la prestazione della Sanzin, capace di tinte quanto mai tenui) si sono perfettamente amalgamati e sono stati salutati dai calorosi consensi del pubblico. Renato della Torre
Concerto all'alba
-Immaginare un concerto all'alba, in riva al mare, con il sole che sorge confondendo con i mille riflessi argentati il profilo dei musici, il mare che muta ogni istante il suo colore e la sua luce, la risacca, quasi timido accompagnamento delle note liberate nella brezza del mattino.
Quale immagine più romantica, quale gioia uscire dagli schemi dei teatri e degli abiti da sera, dei palcoscenici illuminati di luce finta.
|
|
|
Forse è il caso di chiedersi chi, alle sei del mattino ha la voglia di alzarsi.
In un luogo di villeggiatura, la Romagna, famosa per la vita notturna, là, dove il business delle colazioni inizia alle 13 "del mattino"
Che importa, sarà stupendo suonare anche per un cane che passeggia sulla spiaggia o per il solito pescatore solitario.
|
Questi i pensieri del giorno prima, i pensieri che ci hanno accompagnato durante la preparazione di un concerto che aveva dell'incredibile, o forse solo per paura, paura di non riuscire a dare con la nostra esecuzione qualcosa di paragonabile a quanto ci circondava.
ed eccolo, il pubblico...
|
|
Non sapevamo come ringraziarvi tutti...
|
...speriamo di riuscire a farlo così.
|
|
Grazie a tutti voi Morena e Nicoletta
Recensione concerto Radenci
|